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Chiesa di San Lorenzo

Chiesa di San Lorenzo de Insula

Secondo lo storico Romualdo Sassi sarebbe “la più antica di Fabriano”, se si prescinde dalle antichissime pievi di Attiggio, Civita, Torrececchina e Coccore, ben oltre il nucleo urbano.

Sorge su un’altura creata da un’ansa del fiume Giano: da qui il titolo di San Lorenzo de Insula. Non distante dalla storica sede delle Cartiere Miliani, essa dà il nome all’intera area, al vicino torrione delle mura e alla via, ancora esistente ma interrotta, che un tempo congiungeva le due rive del corso d’acqua.

Come testimoniano gli elementi architettonici romanico-gotici visibili all’esterno, la costruzione risalirebbe attorno all’anno Mille. L’interno, invece, fu ricostruito nel 1782 e la campana fu forgiata nel 1661.

La storia della proprietà della chiesetta è lunga e travagliata. Tra il XII e il XIII secolo fu dipendenza dei Monasteri di Valdisasso e di Santa Croce di Tripozzo a Sassoferrato ed ebbe giurisdizione parrocchiale sui nascenti borghi del Piano e della Portella. Fu donata nel 1301 al monastero di San Vittore e, soppresso quest’ultimo nel 1445, fu unito prima a San Biagio e poi alla Cattedrale di San Venanzo. Fino ad almeno un secolo fa si ha notizia di celebrazioni operate il 10 agosto, giorno della festa di San Lorenzo.

Nel secolo scorso, durante alcuni scavi nei pressi della chiesa, furono rinvenute, oltre i resti del vecchio cimitero, tracce di un insediamento umano preistorico. Suggestivo, inoltre, l’accostamento tra il culto romano del dio Vulcano, che sarebbe in questa zona testimoniato da un antico tempio costruito in suo onore, secondo quanto riportò nel XVIII secolo lo storico Graziosi, di cui non abbiamo prove archeologiche, e il culto di San Lorenzo cui la chiesetta è dedicata.

L’accostamento tra i due oggetti di culto non è arbitrario. In Italia vi sono diversi esempi di chiese consacrate a San Lorenzo costruite sopra antichi templi di Vulcano. L’iconografia del santo, infatti, seguendo la sua agiografia, lo vede rappresentato con la graticola e le lingue di fuoco con le quali fu martirizzato. Fu evidentemente facile, nel lento e graduale passaggio tra la cultura greco-romana e quella cristiana, rivedere nel martire elementi che caratterizzavano il culto di Vulcano.

Che sia legittimo o meno questo accostamento per il territorio fabrianese, è certo che il culto di San Lorenzo fu fiorente e vivo nella Fabriano medievale. Le testimonianze di ciò non ci provengono soltanto da questa chiesetta, ma anche da un ciclo di affreschi trecenteschi del grande Allegretto Nuzi dedicati alla storia del santo posti nel duomo della città, San Venanzo. A queste splendide opere d’arte, che valgono una visita, è possibile accedere attraverso una porta nascosta tra gli stalli del coro disposti lungo l’abside.


Informazioni storiche in collaborazione con Fabriano Storica