Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website

Il Giano

Il Fiume Giano

La storia di Fabriano, come accade a molte città, è legata ineluttabilmente al fiume che l’attraversa, il Giano.

Questo corso d’acqua serpeggia per venticinque chilometri lungo l’intero territorio fabrianese da sud-ovest verso nord-est, sfociando presso Borgo Tufico, l’antica città romana di Tuficum, nel fiume Esino. Le sorgenti del Giano si trovano nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, presso il monte Vallarga a circa 670 metri. In questa zona, il fiume da poco emerso dalle rocce forma delle suggestive cascate naturali, tappa obbligata per chiunque desideri fare una semplice, ma incantevole escursione nel nostro territorio.

Il toponimo Giano, oggi utilizzato per indicare il fiume, è in realtà relativamente recente. Nasce probabilmente in età umanistica ad opera di eruditi, che vollero associare il nome del fiume al dio della tradizione romana Janus. Non se ne ha infatti traccia prima della fine del XIV secolo e anche in questo caso compare solo raramente e non in atti ufficiali. Viene utilizzato in atti notarili soltanto dal XVII secolo.

Prima di questi tempi era chiamato semplicemente “il fiume”, come testimonia il motto negli antichi stemmi cittadini che recita “Faber in amne cudit”, ossia “Il fabbro batte sul fiume”. Un altro toponimo frequentemente in uso nel medioevo era quello di fiume Castellano, probabilmente a causa del fatto che lambiva da vicino l’antico castello.

Il fiume, oltre ad essere da sempre una fonte d’acqua per la popolazione e per le culture di orti e di vigneti lungo le sue sponde, è stato ed è fondamentale per l’artigianato locale, vera punta di diamante dell’intera vita sociale e politica fabrianese. Non solo, infatti, la presenza del fiume favorì la nascita delle gualchiere per la carta, la cui preparazione necessita di molta acqua, ma anche tutta una serie di officine che rese Fabriano una città ricca e fiorente. Lungo il corso d’acqua, tra le tante attività, era possibile trovare concerie, la cui zona nella quale sorsero conserva ancora il toponimo Le conce, che producevano cuoio pregiato e pergamene lavorando le pelli, numerose botteghe di fabbri e molti altri opifici.


Informazioni storiche in collaborazione con Fabriano Storica